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La Scuola
Storia
Fino al 1998 la figura del capo d’istituto era suddivisa nei ruoli di preside, preposto a scuole secondarie di primo o secondo grado, e di direttore didattico, posto al vertice delle scuole primarie. A seguito delle leggi sull’autonomia scolastica[1], e dell’attribuzione della qualifica dirigenziale (D.lgs 59/1998), le due figure si sono accorpate in quella unica di dirigente scolastico. In base al CCNQ per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale del 13/07/2016 i dirigenti delle istituzioni scolastiche appartengono all’Area dirigenziale dell’Istruzione e della Ricerca.
Le autonomie scolastiche sono 8.158 alle quali si aggiungono 130 Centri permanenti per l’istruzione degli adulti (dati Miur per l’a.s. 2018-2019); tuttavia, a seguito dei nuovi parametri sull’assegnazione dei dirigenti e dei direttori amministrativi, solo le istituzioni scolastiche con un numero di studenti superiore a 600 (ridotto a 400 per le scuole site in comunità montane o piccole isole) possono vedersi assegnare vertici titolari: gli istituti sottodimensionati verranno assegnati a dirigenti e direttori reggenti, già titolari in un’altra istituzione. Le istituzioni scolastiche sottodimensionate sono pari a 352 pertanto la dotazione organica dirigenziale risulta di 7.936 unità complessive per l’a.s. 2018/2019.
Le istituzioni scolastiche hanno assunto negli ultimi decenni dimensioni particolarmente rilevanti: dalle circa 8.000 istituzioni dipendono oltre 40.000 sedi scolastiche, 370.000 classi, in media oltre 900 alunni e oltre 120 dipendenti (personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario) per istituto.
Caratteristiche
Il dirigente in materia di sicurezza, assume il ruolo e i compiti che la legge assegna al datore del lavoro. Tuttavia non può intervenire direttamente, con interventi strutturali, sugli edifici, in quanto questi rimangono di competenza degli Enti Locali. È inoltre membro di diritto nel C.d.I. (Consiglio d’Istituto) ed è il Presidente della Giunta Esecutiva del Consiglio d’Istituto, del Collegio dei Docenti, dei Consigli di Classe, del comitato per la valutazione del servizio dei docenti.
Reclutamento
I dirigenti scolastici attualmente sono reclutati dal Ministero della Pubblica Istruzione tramite un corso-concorso pubblico nazionale. Requisiti per l’accesso sono l’appartenenza al personale docente ed educativo, l’essere assunti a tempo indeterminato, l’aver ottenuto la conferma in ruolo, l’essere in possesso di diploma di laurea magistrale, specialistica o laurea conseguita in base al previgente ordinamento, di diploma accademico di secondo livello rilasciato dalle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica oppure di diploma accademico di vecchio ordinamento congiunto con diploma di istituto secondario superiore, aver prestato un servizio di almeno cinque anni nelle istituzioni scolastiche ed educative del sistema nazionale di istruzione.
Funzioni e ruolo
Il dirigente scolastico, inquadrato nella dirigenza dello stato nell’Area Istruzione e Ricerca, è (decreto legislativo n. 165/01, art.25) “responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare il Dirigente Scolastico organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia ed è il titolare delle relazioni sindacali”. Il “Preside”, prima quasi primus inter pares, è stato trasformato in Dirigente Scolastico con l’autonomia scolastica concessa negli ultimi anni ha ricevuto maggiori responsabilità e soprattutto una veste nuova.
Il dirigente controlla le risorse finanziarie concesse dallo Stato alla scuola a lui affidata, e deve fare periodicamente resoconto del bilancio al Consiglio d’Istituto. È sua la firma sotto ogni circolare o documento emesso dalla scuola, e di conseguenza è anche sua la responsabilità su ciò che i documenti dicono. In sostanza, col tempo sta avendo sempre più le funzioni di un normale dirigente d’azienda.
Ai Dirigenti scolastici spetta lo svolgimento di numerosi e peculiari incarichi aggiuntivi tra i quali la presidenza delle commissioni giudicatrici degli esami di stato del primo e del secondo ciclo, la presidenza di commissioni di concorso a cattedre, la reggenza di ulteriori istituti scolastici, la direzione delle attività connesse all’educazione degli adulti e alla terza area degli istituti professionali, la direzione di corsi di formazione per il personale. Per i suddetti incarichi spettano al dirigente indennità aggiuntive, fatta eccezione per l’incarico di presidenza delle commissioni giudicatrici degli esami di stato del primo ciclo (ex esami di licenza media). Tale incarico, pur essendo obbligatorio e aggiuntivo, non comporta compensi né alcun rimborso spese.
La valutazione
La legge 13 luglio 2015, n. 107 ha introdotto la valutazione dei dirigneti, stabilendo che essa sia effettuata sulla base di quanto disposto dall’art. 25, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, tenendo conto delle disposizioni del D.P.R. 28 marzo 2013, n. 80 in tema di autovalutazione ed in coerenza secondo i principi affermati dalla riforma Brunetta del 2009.
Trattamento economico
La struttura della retribuzione del Dirigente Scolastico è definita dal CCNL dell’Area dirigenziale Istruzione e Ricerca ed è articolata in diverse componenti. La retribuzione annua di un dirigente scolastico, considerando le contrattazioni integrative regionali, varia nella realtà tra un minimo di circa 70.000 euro per un dirigente senza retribuzione di anzianità posto a capo di un istituto poco complesso, a 75.000/80.000 euro per un dirigente con assegno di anzianità e posto a capo di un istituto complesso, fino a 95.000/100.000 euro per un dirigente con assegno di anzianità, posto a capo di un istituto complesso e incaricato della reggenza di un’ulteriore istituzione scolastica. I dirigenti, nell’ambito dell’incarico dirigenziale conferito, possono inoltre ricoprire ulteriori incarichi (cosiddetti aggiuntivi) oltre a quello principale, per i quali è prevista l’attribuzione di compensi specifici (ad esempio presidenza di commissioni degli esami di stato, direzione di progetti).
Fondamentale
- Stipendio tabellare: 45.260,73 euro annui.
- RIA (retribuzione individuale di anzianità)/Assegno ad personam: conferito ai Dirigenti ex Presidi di ruolo e agli ex Presidi incaricati per importi che variano da circa 3.500 euro fino a circa euro 12.000 annui.
Accessorio
È definito definito a livello regionale in sede di contrattazione integrativa annuale, comprende:
- Retribuzione di posizione (parte fissa + parte variabile): da 12.565,11 euro che costituisce la parte fissa fino a euro 46,134,81 annui. Viene stabilita una graduazione delle funzioni dirigenziali attribuendo un “punteggio” ad ogni istituzione scolastica (sulla base di dimensione/complessità/contesto territoriale) per poi raggrupparle in fasce a cui si attribuisce un valore economico differenziato.
- Retribuzione di risultato: la parte base è proporzionata alla retribuzione di posizione percepita alla quale si aggiunge la parte variabile del compenso per la reggenza di ulteriore istituzione scolastica.
In caso di conferimento di un incarico aggiuntivo di reggenza di ulteriori istituzioni scolastiche è inoltre prevista l’attribuzione di compensi specifici per un totale che varia in media da circa 15.000 euro a 20.000 euro per ciascuna reggenza in base alla complessità dell’istituzione scolastica:
- Indennità fissa di reggenza: attualmente 9.609,34 euro per ogni reggenza assegnata al dirigente.
- Integrazione retribuzione di risultato per reggenza: 80% della retribuzione di posizione parte variabile in base al livello di complessità dell’istituto affidato in reggenza, attualmente in media tra 6.000 euro e 10.000 euro per ogni reggenza assegnata al dirigente.
Incarichi aggiuntivi
In aggiunta alla retribuzione ordinaria spettano al dirigente ulteriori indennità per gli incarichi aggiuntivi svolti, obbligatori o non, tra i quali:
- Presidenza commissioni esami di stato nelle scuole secondarie di secondo grado: da euro 1.817 fino a euro 3.519;
- Attività connesse all’educazione degli adulti e alla terza area degli istituti professionali: 2% somme a tal fine stanziate;
- Direzione di progetti: una percentuale variabile rispetto all’importo dello stanziamento, ad esempio il 5 % del costo totale del progetto nel caso dei PON;
- Presidenza di commissioni di concorso: definito in base al concorso di riferimento, es. per il concorso per l’assunzione di personale docente della scuola fino ad un massimo di euro 4.924,08;
- Funzioni di tutor nell’attività di formazione per i dirigenti neoassunti;
- Ogni altro incarico non ricompreso nel regime di onnicomprensività del trattamento economico del personale dirigente.
Riferimenti normativi
- Decreto legislativo 6 marzo 1998, n. 59 – Disciplina della qualifica dirigenziale dei capi di istituto delle istituzioni scolastiche autonome, a norma dell’articolo 21, comma 16, della legge 15 marzo 1997, n. 59.
- Legge 15 marzo 1997, n. 59 – Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa.
L’Istituto serve un territorio con circa 15.000 abitanti che comprende i Comuni di .
La popolazione tra 0 e 14 anni rappresenta circa il 14% del totale. Nella scuola sono presenti alunni con disabilita’ certificata (circa 2%) ed una percentuale significativa (circa 2-3) alunni per classe di studenti con bisogni educativi speciali (con certificazione DSA, altre certificazioni o identificati dal Consiglio di Classe).
Appare preponderante la popolazione originaria o di vecchia immigrazione nazionale; negli ultimi anni si e’ aggiunta in misura crescente una componente di stranieri provenienti da diversi Paesi: del Nord e centro Africa, dell’Est europeo, dell’Asia e dell’America Latina.
Il tessuto sociale e’ caratterizzato da un diffuso ceto medio, con un livello di istruzione equivalente al diploma di maturita’ o alla laurea, con presenza di nuclei familiari di ceto piu’ basso con un livello di istruzione di base.
Il rapporto studenti-insegnanti appare adeguato e permette una efficace organizzazione delle attività scolastiche.
Il supporto agli alunni con disabilita’ o bisogni educativi speciali e’ adeguatamente organizzato e si realizza tramite personale interno, educatori comunali ed associazioni di volontariato.
Solo nella scuola primaria vi sono criticita’, legate esclusivamente alla mancanza di personale di ruolo ed alla conseguente continuita’ didattica.
La presenza di alunni stranieri e’ ormai da diversi anni stabile su una percentuale del 10% circa.
I progetti fino ad ora realizzati hanno permesso di garantire una buona integrazione degli alunni nelle classi. Rimane ancora complessa la gestione degli arrivi di alunni non italofoni e della loro prima alfabetizzazione, per la quale sarebbero necessarie risorse maggiori e piu’ specifiche (come ad esempio i mediatori culturali).
Una limitata percentuale di alunni non riesce a raggiungere il successo scolastico anche a causa della situazione socio economica svantaggiata della famiglia.
La scuola ha in atto progetti di supporto, cui collaborano attivamente gli Enti locali e le associazioni del territorio ma non sempre i risultati riescono ad essere positivi.
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa della scuola I.C. Italia è stato elaborato dal collegio dei docenti nella seduta del 01/01/2018 sulla base dell’atto di indirizzo del dirigente prot. 0000 del 01/12/2017 ed è stato approvato dal Consiglio di Istituto nella seduta del 01/12/2018 con delibera n. 1
- Periodo di riferimento: 2019/20-2021/22
- Annualità di riferimento dell’ultimo aggiornamento: 2019/20
- Vedi la pubblicazione sul sito ministeriale “Scuola in chiaro” e consulta il documento in modalità navigabile.
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